Ieri sera, con un manipolo di amici sommelier, enologi e produttori dell’Oltrepò Pavese e grazie all’organizzazione dell’amico Simone Verdi, abbiamo organizzato una bella comparativa di alcuni piccoli produttori delle diverse aree della Champagne. La degustazione si è tenuta presso la cantina Bertè & Cordini a Broni.
Organizzata in tre batterie, la degustazione ha permesso di fare il punto sulle differenze legate al terroir, ai vitigni, e agli stili.
Come in ogni comparativa di buon livello, non ci sono stati né vincitori né vinti, ma grandi e piccole differenze che hanno permesso poi a ciascuno di ritrovare ciò che più preferiva.
Le note di degustazione che trovate sotto cercano di tenere conto delle diverse valutazioni che sono emerse durante la serata.
Prima batteria: Blanc de Blanc
André Tixier, Blanc de Blanc Premier cru, Extra-Brut Cuvée Chardonnay
Si parte con un BdB decisamente atipico, prodotto da uve coltivate nell’unica zona della Montagne de Reims davvero vocata per lo chardonnay. Che sia atipico lo si vede già dal colore, un bellissimo giallo oro intenso e brillante. Al naso emergono note di mela e crosta di pane, in bocca è ampio e possente, l’acidità adeguata e la bocca lunga e sapida. Un BdB molto materico, decisamente gastronomico, molto diverso da quelli che avremmo assaggiato subito dopo.
Hervé Dubois et Fils, Blanc de Blanc Grand Cru, Millésime 2015.
Prodotto con uve provenienti dal comune di Avize. Dosaggio 4gr. Litro.
Il naso è fresco e floreale, la bocca conferma la freschezza del naso, il sorso è verticale e tagliente, con soltanto una leggera rotondità in chiusura.
Michel Gonet, Blanc de Blanc Grand Cru Le Mesnil sur Oger, Extra-Brut, Millésime 2014
Malolattica non svolta per questo BdB 100% uve dal comune di Mesnil sur Oger. Dosaggio 2 gr. Litro. Amplifica ulteriormente lo stile fresco e tagliente del precedente. I profumi primari dello chardonnay emergono più nettamente, l’entrata in bocca è più stretta e tagliente, la pulizia in uscita perfetta.
Seconda batteria : Blanc de Noirs
Liébart-Régnier, L’Instinct (50% PN, 50% PM)
Il naso inizialmente timido si apre su una trama comunque fine ed elegante, in cui la potenza del Pinot Meunier fa capolino a tratti. In bocca è fine, lungo ed elegante, molto aggraziato.
Taisne Riocour, Blanc de Noirs (100% PN)
Un BdN proveniente dalla Côte de Bar. L’impatto olfattivo è potente, tutta l’espressività varietale del Pinot nero emerge. In bocca è salino, sapido, lungo, minerale. Espressione perfetta del connubio magico tra Côte de Bar e Pinot nero.
Terza batteria: assemblaggi millesimati
André Tixier, Brut, Millésime 2015 (50% Chardonnay, 35% Pinot Noir, 15% Pinot Meunier)
Un assemblaggio che rispecchia fedelmente il terroir della Montagne de Reims, nonostante la percentuale importante di Chardonnay. Un vino forse ancora non del tutto al suo apice ma che mostra bene il potenziale evolutivo.
Liebart-Régnier, Excélia, 2015 (70%PN 30%CH)
Dal naso delicatamente fruttato, con più materia e potenza dell’Excélia assaggiato nella batteria precedente, pecca forse un po’ di imprecisione in bocca, con un centro bocca appena vuoto. Più appagante al naso che in bocca, anche questo avrà bisogno di qualche mese di bottiglia per esprimersi al meglio.
Taisne de Riocour, Millésime 2014 (70%PN 30%CH)
E stato forse il vino su cui c’è stato il consenso più unanime. Grande complessità si olfattiva che gustativa, e soprattutto eleganza, eleganza, eleganza per la cuvée top di gamma di questo piccolo grande produttore
L’intruso
Bertè & Cordini, Oblio, 2011
100% Pinot Nero
L’Oblio affina oltre 10 anni sui lieviti. Il colore è giallo paglierino con perlage fine e persistente. Al naso dominano agrumi canditi, leggeri sentori di tabacco e spezie, in un caleidoscopio complesso e cangiante. In bocca è fine, l’entrata è stretta e verticale, la finale appena salina e persistente. Non c’è traccia di ossidazione.
Dedico questo metodo classico a tutti coloro che a torto continuano a pensare che in Oltrepò Pavese non ci siano grandi vini.
Bravo Matteo!
Fuori programma: un assaggio di Alsazia
Trovandomi in terra di riesling ho portato con me anche due bottiglie di un giovane produttore emergente, Régin, per avere un confronto critico con i produttori locali.
Riesling Grand Cru Altenberg de Wolxheim, 2019.
Al naso dominano gli agrumi nella loro complessità che spazia dal mandarino al pompelmo. In bocca è equilibrato, dalla giusta acidità, persistente. È stato unanimamente apprezzato per la precisione olfattiva. Un paio di produttori hanno giustamente osservato che la bocca leggermente ampia tradisce rese produttive non bassissime, ma che vanno ovviamente parametrate al prezzo di vendita.
Pinot Gris ‘Klep’, 2020.
Un Pinot Grigio che non lascia indifferenti, e che infatti ha polarizzato l’audience tra quelli che l’hanno amato senza riserve e quelli che invece l’hanno trovato troppo atipico, certamente per quelle note intensamente torbate che emergono soprattutto in retro-olfazione. Un Pinot Grigio perfettamente secco, con una titolazione alcolica di 14.5 che non si sentono in nessun modo. A mio avviso è il prodotto più interessante di questa giovane cantina, proprio perché esprime coraggio e innovazione nel reinterpretare un vitigno classico e difficile come il Pinot Grigio, quasi sempre proposto in versione amabile.
Estelle Miché, che si è formata nel sud della Francia, gestisce l’alcol in modo magistrale, e questo le permette di azzardare vinificazioni difficili ma dai risultati sorprendenti.